Migliaccio Napoletano, la ricetta originale e la storia del dolce

Il migliaccio napoletano, di cui proveremo a raccontarvi la storia e a darvi la ricetta, è uno dei dolci tipici del carnevale partenopeo. Insomma, il migliaccio sta al Carnevale come lo struffolo a Natale. L’accoppiata è perfetta. Non vi aspettate nulla di leggero, dimenticate la dieta ma abituatevi all’idea di assaggiare uno dei dolci più buoni dell’intera tradizione napoletana.

Possiamo affermare, senza dubbio alcuno, che il Carnevale, a Napoli, rischia spesso di diventare una vera e propria battaglia: tra migliaccio, chiacchiere e sanguinaccio (mettendo per un attimo da parte il salato) i giorni di Carnevale nella tradizione napoletana rischiano di essere davvero complicati.

Migliaccio Napoletano, la storia del dolce

In passato il migliaccio veniva preparato con pane di miglio e sangue di maiale: il suo nome, in origine, era miliaccium che appunto richiamava il pane di miglio utilizzato nella sua preparazione. Oggi gli ingredienti originari sono ovviamente stati sostituiti ma il sapore (così come il carico calorico) sono rimasti totalmente immutati.

La ricetta del migliaccio è cosa antica e risale all’anno 1000 quando una contadina ne inventò la preparazione proprio a partire dal sangue di maiale. La ricetta subì una variazione molto repentina legata proprio alla sostituzione del sangue di maiale per volere delle autorità, secondo cui l’utilizzo del sangue rinviava a tradizioni pagane.

Di fatto però il sangue di maiale continuerà ad essere utilizzato in cucina, soprattutto per la realizzazione del sanguinaccio con l’aggiunta di cioccolato e vaniglia.

Gli ingredienti del migliaccio napoletano

  • 250 gr di Semola di Grano Duro
  • 1 lt di Latte fresco intero
  • 250 gr di Acqua
  • 100 gr di Burro
  • 500 gr di Zucchero semolato
  • 500 gr di Ricotta
  • 10 uova
  • 1 limone
  • 100 gr di Cedro candito
  • un pizzico di sale

Come preparare il migliaccio con la ricetta napoletana

Il procedimento per la preparazione del migliaccio

Portare il latte ad ebollizione insieme a burro ed acqua aggiungendo un pizzico di sale. Una volta che il latte sarà arrivato ad ebollizione, aggiungere con attenzione il semolino continuando a girare per evitare che si formino i grumi. Continuate a mescolare fino alla completa cottura del semolino e fino a quando il semolino inizierà ad attaccarsi completamente alle pareti del tegame.Lasciate riposare e lasciate che il composto del nostro migliaccio diventi tiepido: per ottenere un risultato migliore coprite la parte superiore con un velo di zucchero. In questo modo eviterete che la parte superiore del composto possa indurirsi. Quando il composto sarà tiepido, aggiungete lo zucchero rimanente e mescolate.

Il prossimo passaggio prevede l’aggiunta dei 500 grammi di ricotta: continuate a mescolare e poi aggiungete le uova (che avrete precedentemente sbattuto in un contenitore a parte) continuando a mescolare e fino ad ottenere un composto perfettamente amalgamato. Quando sarà tutto pronto, aggiungete la scorza del limone grattugiata e il cedro candito fatto a pezzetti.

Prima di infornare, versate il composto in una tortiera che avrete precedentemente ricoperto di burro (per evitare che il dolce vi si attacchi). La variante prevede l’utilizzo dello strutto al posto del burro: anzi, diciamo che le nonne napoletane potrebbero anche allibire di fronte all’utilizzo del burro per la tortiera.

A questo punto mettete il composto in forno dove cuocerà per circa un’ora a 180 gradi. A fine cottura, passate un velo di zucchero semolato.

La tradizione del migliaccio napoletano

Parlare di migliaccio, a Napoli, significa parlare di uno dei dolci più importanti (e tradizionali) della cucina partenopea. Della ricetta è nota anche la versione salata (che non è proprio consigliata per la dieta). Proprio questa preparazione è, forse, la versione più vicina a quanto preparavano le nostre nonne.