Statua del Dio Nilo

La Statua del Nilo, situata in uno dei crocevia più importanti e visitati del Centro Storico di Napoli, risale al II o III secolo d.c.. Di epoca greco-romana, la Statua del Dio Nilo, che si erge nell’omonima piazzetta, fu probabilmente costruita all’epoca degli insediamenti egiziani nell’area. In quel periodo, infatti, un cospicuo numero di egiziani si trasferì in città, da Alessandria d’Egitto, dando vita ad una nutrita colonia nell’area.

Il richiamo al fiume Nilo, in fondo, pare del tutto evidente. I napoletani, che occupavano l’area, definirono i coloni proprio come nilesi. Dal canto loro gli egiziani decisero di dedicare una statua al Dio Nilo, simbolo di prosperità e ricchezza. Un richiamo evidente all’Egitto, reso ancor più chiaro dalla Sfinge che, però, verrà ricollocata soltanto successivamente.

Statua del Dio Nilo, la collocazione attuale e le vicissitudini

Molto probabilmente, però, la versione oggi apprezzata da migliaia di turisti ogni anno non corrisponde esattamente all’originale. La statua fu infatti ritrovata acefala e per un lungo periodo fu letteralmente dimenticata, tanto che se ne persero per lunghi anni le tracce. Il primo ritrovamento è infatti databile intorno al XII secolo. Della statua però si persero, di nuovo, le tracce almeno fino al XV secolo quando fu riportata agli antichi splendori.

In un primo momento, infatti, si ipotizzò che la statua raffigurasse una donna (e i bambini in procinto di essere allattati sembravano un indizio inconfondibile). Si ipotizzò addirittura che la statua rappresentasse la città intenta ad allattare i propri figli. Fu quello il momento storico in cui la Statua fu definita “del Corpo di Napoli”.

Nella seconda metà del 1600 la Statua fu sottoposta ad un restauro organico ad opera di Bartolomeo Mori su commissione delle famiglie del seggio. Fu proprio in quell’occasione che comparve la testa che oggi siamo abituati a riconoscere, quello il momento in cui fu sostituito il braccio, inserita la cornucopia, la testa di coccodrillo sui piedi e i putti. I restauri continueranno però nei secoli: l’ultimo, nel XIX secolo, comportò interventi rilevanti a causa dei ripetuti e molteplici atti vandalici che, di fatto, avevano quasi distrutto del tutto la Statua del Nilo.

Statua del Nilo, la storia recente

La storia della Statua del Dio Nilo, però, è caratterizzata da ulteriori risvolti. Siamo nel secondo dopoguerra quando i tre putti e la testa della sfinge vengono trafugati. Nella prima immagine del post, infatti, la Statua del Nilo è rappresentata proprio senza la testa della Sfinge che sarà ritrovata soltanto nel 2013, dopo circa sessant’anni. L’ultimo restauro, terminato nel 2014, fu finanziato dal comitato per il restauro della statua con grandissima partecipazione popolare.

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